La città contemporanea e lo spazio pubblico possono essere descritti e declinati in molti modi: 24hours/smart/slim/active/ generic/junk-city. Il delinearsi di nuovi metabolismi urbani, i problemi derivanti dai cambiamenti climatici, la necessità di una maggiore resilienza di cittadini e città, le diversità sociali, che in questi ultimi mesi si sono acuite e si sono palesate anche in forma di disuguaglianze sanitarie, sono tutte questioni con le quali dobbiamo misurarci quotidianamente.
In particolare, il lockdown ha evidenziato come le disparità, anche con riferimento al godimento e all’uso degli spazi privati e pubblici, siano derivate da una sottovalutazione dei bisogni e delle necessità delle persone, consolidatasi nel corso degli anni. Lo spazio privato e quello pubblico sono i due elementi costituitivi della Città, attraverso cui favorire il benessere delle persone e la capacità di esprimere le proprie diversità, mettendole in comune con gli altri e arricchendo, in questo modo, la Comunità.
Spesso le Istituzioni non sono in grado di intercettare per tempo le rapide trasformazioni dei bisogni e delle necessità, specialmente delle Comunità meno rappresentate e quindi più deboli. Altrettanto spesso il mondo associativo, con movimenti spontanei che nascono dal basso, in modo del tutto informale, si fa carico di mettere in evidenza le richieste dei cittadini, traducendole in istanze reali, cercando di trovare soluzioni, di dare voce a chi ne ha meno, di includere tutti all’interno dei percorsi decisionali.
È necessario quindi che tutti i soggetti attivi possano contribuire a definire una visione condivisa e le modalità della sua attuazione quanto più possibile in modo inclusivo.
La cultura, così come descritta nella Dichiarazione Universale delle Nazioni Unite, è uno dei più importanti fattori caratterizzanti la resilienza delle Comunità e quindi, al pari della biodiversità, la diversità culturale va ricercata e promossa in tutte le sue forme possibili.
Parole chiave – Sapere, diversità culturale, resilienza, salute, sostenibilità, inclusione, percorsi dal basso.
Architetti, designer, sociologi, artisti, musicisti, fotografi, cineasti, scrittori, storici, pedagoghi, insegnanti, poeti, performers, attori, sceneggiatori, urban writers, antropologi, filosofi, economisti, scienziati e ricercatori sono invitati a presentare un loro contributo nelle forme indicate dal bando.
Se il contributo è stato realizzato da più partecipanti dovrà essere individuate un capogruppo, designato a rappresentare il gruppo.
La call è in forma palese e non è richiesto che i contributi siano inediti o specificatamente realizzati per la presente call. Possono anche essere presentati contributi già pubblicati e/o che sono stati premiati in altre occasioni.
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